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13 giugno 2015

Uova di Chironomus

- pagina in costruzione -

Facendo attenzione sui bordi del contenitore, subito sotto il livello dell'acqua, è possibile notare dei piccoli grappoli di uova gelatinosi a forma di tubo, con un diametro di circa 2 mm e lunghi 1-2 cm. Sono semi-trasparenti con le uova marroni piccolissime che appaiono dopo alcuni giorni dalla deposizione (inizialmente sono praticamente trasparenti).

Molti pesci sono ghiotti di queste uova, inoltre è possibile attendere che schiudano (magari in un contenitore con un poco di acqua verde) per avere delle piccolissime larve per pesci di circa 1-2 cm.

in acqua con molte alghe è anche possibile farli crescere

uova di Chironomus
uova di Chironomus
Copyright © 2012 David Wilbur

15 gennaio 2015

Anentome helena alias lumaca killer

Anentome helena


Classe: Gasteropoda
Famiglia: Buccinoidea
Nome: Anentome helena (Meder in Philippi, 1847)
Origine: sud-est asiatico
Dimensioni : 15mm – 22mm
Descrizione: Gasteropode carnivoro d’acqua dolce

Introduzione sulla specie Anentome helena


Splendido gasteropode carnivoro che si è avoluto in modo atipico rispetto alle altre chiocciole dulciacquee. Il punto fondamentale della sua evoluzione è incentrato proprio sulla sua alimentazione... essendo carnivoro la quantità di cibo disponibile in natura è sicuramente minore di quello disponibile per le chiocciole detrivore, questo ha creato un equilibrio particolare dove gli adulti depongono poche uova (da 1 a 3 per volta) in quanto non vi sarebbe sufficiente cibo per tanti piccoli. Allo stesso tempo se la popolazione è molto ridotta dovrà adottare sistemi più adatti ad evitare di essere predata, infatti questa chiocciola è solita sotterrarsi soprattutto nelle fasi giovanili per nascondersi dai predatori.

Si legge su internet che preferisce ambienti con sabbia molto fine o con un fondo melmoso, mentre non ama particolarmente la ghiaia. Potremmo riformulare questa affermazione dicendo che laddove Anentome helena non riesce a nascondersi nel fondo (a causa della conformazione del fondo stesso) i predatori ne limitano (o ne impediscono) la proliferazione.

Come al solito ignoranza vuole che tali sapientoni definiscano infestanti le altre chiocciole acquatiche e consiglino le Anetome helena come soluzione proprio per la loro fama di mangialumache non infestanti. Innanzitutto bisogna dire che non esistono lumache infestanti (per approfondire leggi l'articolo sul mito delle lumache infestanti) bensì si tratta di errori dell'acquariofilo nella gestione dell'acquario; ma soprattutto bisogna dire che nella maggiorparte degli acquari è consigliabile l'utilizzo di chiocciole detrivore e quindi le Anetome helena sarebbero dannose per l'equilibrio dell'acquario. Ciò non toglie che queste splendide chiocciole carnivore siano molto belle e con un comportamento tanto caratteristico da meritare di essere osservate attentamente. Io personalmente ho deciso di dedicare loro uno spazio dove allevarle ma eviterò di metterle nei miei acquari dove le altre chiocciole svolgono un lavoro fondamentale al quale non posso rinunciare.

Anetome helena e le caridine


Molto spesso le Anetome helena vengono utilizzate negli acquari dedicati ai gamberetti (quelli che conosciamo con il termine caridine) perchè poco infestanti e quindi non sono grandi competitori alimentari dei gamberetti. Una tematica molto controversa sulla quale non si trovano molte informazioni è se le lumache killer possano predare le caridine. Io ho sempre pensato che questo possa accadere, e nel corso degli anni ho raccolto qualche testimonianza di amici e conoscenti su questo evento raro ma non impossibile. In particolar modo sembra che questa predazione sia favorita quando la chiocciola scendendo dal vetro si ritrova direttamente sopra una caridina.

Ora, al di là del fatto che qualcuno nega a priori questa possibilità soltanto perchè "tizio" ha detto che è impossibile (neanche fosse "tizio" un biologo famoso) non mi sembra una ragione valida. Quando determinati eventi sono cosi rari e magari avvengono anche in orari particolari come la notte non è facile testimoniarli, questo non vuol dire che a priori siano impossibili. Quello che vorrei dire io è che quando abbiamo una predazione rara, anche qualora questa possa comportare la perdita di un 1% di esemplari, non è per niente nociva anzi. Questo rafforzerà la genetica delle caridine con la perdita naturale degli esemplari più deboli.

Valori adatti all'allevamento di Anetome helena


Come per le altre chiocciole è necessaria un'acqua con un pH alcalino (indicativamente tra 7 e 8) e la presenza di sali minerali sufficienti per la costruzione del guscio, quindi un GH di almeno 6-8 punti o superiore. Consiglio di integrare la loro dieta inserendo in vasca un pezzetto di osso di seppia sbriciolato se il GH non è sufficiente o se notiamo il guscio deteriorato per carenza di sali minerali.
La temperatura ideale è di circa 18/30°C e come per le altre chiocciole questa influenza il metabolismo. A temperature troppo basse la vita delle chiocciole rallenta, quindi vivono di più e raggiungono dimensioni maggiori, anche se molto più lentamente. A temperature più alte la loro vita si velocizza e vivono per un periodo di tempo più breve, raggiungendo dimensioni più piccole.

Alimentazione di Anetome helena


 Come già detto le Anetome helena sono carnivore e preferiscono predare le altre chiocciole, ma è possibile fornire loro anche altro cibo purchè sia molto proteico. Non disdegnano il cibo per pesci anche se non sempre è adatto a loro, necessitano di una alimentazione proteica che può comprendere carne, pesce, gamberi ed altro ancora. Io preferisco dar loro carne bianca (scarti di pollo o di pesce) o piccole chiocciole (talvolta anche quelle terrestri), soltanto per loro ho allestito un allevamento di Planorbarius in modo da avere sempre del cibo vivo da fornire per integrare la dieta con qualcosa di più naturale possibile.

In acquario si nutriranno anche di organismi morti o troppo deboli per fuggire da questi lenti ma micidiali predatori, il loro contributo alla pulizia dell'acquario sarà comunque molto limitato e poco influente. Inoltre bisogna ricordare che le Anetome helena non hanno la radula e quindi non possono raschiare le alghe, il loro unico modo di nutrirsi è quello di aspirare il cibo con una sorta di proboscide retrattile che è munita di tre piccoli denti.

La cattura delle altre chiocciole sembra essere fatta tramite l'utilizzo di sostanze paralizzanti ma non si hanno dati certi in merito, qualora le chiocciole siano molto grandi diversi esemplari di Anetome helena si uniscono al banchetto. Sul web sono riportate diverse testimonianze di convivenza della Anetome helena con alcune grandi chiocciole, ma il rischio di predazione c'è sempre quindi non mettete chiocciole a cui tenete assieme alle Anetome helena.

Riproduzione di Anetome helena


Anetome helena ha i sessi separati quindi bisogna avere almeno un maschio ed una femmina per ottenere la riproduzione, è consigliabile acquistare un gruppetto di 6-8 esemplari se si vuole tentare la riproduzione. Depongono capsule ovigere con un diametro di circa 2 mm e di forma vagamente quadrata che contengono un singolo uovo (raramente 2-3 uova) i cui tempi di schiusa vanno dalle 2 alle 5 settimane a seconda della temperatura. I piccoli nati sono lunghi circa 1 mm e sono semitrasparenti, non verranno predati dai genitori e rimarranno nascosti nel fondo per molto tempo, impiegando sei mesi per raggiungere una dimensione di 7-8 mm (ma questo come già detto dipende anche dalla temperatura, oltre che dalla qualità dell'acqua e del nutrimento).

Perchè acquistare Anetome helena nei negozi è immorale


Come abbiamo già detto la riproduzione di Anetome helena è lenta e pochi esemplari vedono la luce, questo ci porta a vedere una semplice verità: la riproduzione da parte di grandi allevatori è costosa e poco efficiente. Questo è uno dei motivi per cui spesso (nel migliore dei casi) queste chiocciole vengono catturate in natura con il conseguente danneggiamento degli equilibri naturali (ricordiamoci che quando gli animali vengono raccolti in natura per la grande distribuzione non parliamo di piccoli numeri... anzi!!!). Ma l'aspetto più brutto è che allevatori senza scrupoli liberano queste chiocciole in ambienti naturali dove non sono presenti per poi raccoglierle agevolmente, lascio immaginare a voi i danni ambientali che questo comporta.

Se proprio volete qualche esemplare di Anetome helena, cercatelo da chi sicuramente lo ha riprodotto, anche guardando i forum per gli annunci di altri acquariofili.

Bibliografia






20 dicembre 2014

Microworms


Microworms
Microworms


I Microworms (Panagrellus sp.) sono nematodi di colore biancastro lunghi circa 2-3 mm e larghi circa 0,2 mm che si nutrono di batteri che si sviluppano dalla decomposizione di materia organica. Si riproducono sessualmente (i maschi sono sempre in numero minore delle femmine e sono leggermente più piccoli) e sono fertili già dopo 3 giorni producendo ogni 1-1,5 giorni da 10 a 40 piccoli che vivranno per circa 20-25 giorni. Ogni femmina produce circa 300 giovani durante la sua vita, una coltura avviata correttamente è pronta in 3-4 giorni.

I Microworms vivi contengono il 76% di acqua, il 9,6% di proteine, il 4,8% di grassi e vengono utilizzati per alimentare gli avannotti di piccoli pesci quando i nauplii di artemia sono ancora troppo grandi per essere somministrati. Io utilizzo i Microworms anche per alimentare pesci adulti come Trigonostigma espei, Celestichthys margaritatus ed altri pesci di piccole dimensioni somministrandoli 1-2 volte a settimana. 


I Microworms rimangono vivi in acqua dolce per più di 20 ore quindi sono meno problematici della Artemia salina che invece muore dopo poco tempo e questo li rende migliori dell'Artemia salina soprattutto se vengono somministrati in una vasca senza fondo e i nostri pesci potranno andare sul fondo della vasca per nutrirsi. In questo caso avremo una notevole riduzione dell'incquinamento e potremo garantire ai piccoli una prolungata fonte di cibo vivo anche in nostra assenza.


Valori nutrizionali dei Microworms e tecniche di arricchimento



I valori nutrizionali dei Microworms secondo la FAO sono:
  • Profilo amminoacidico simile a quello di Artemia salina
  • Contenuto di EPA pari a circa un terzo di quello di Artemia salina
  • Contenuto di DHA uguale o di poco superiore a quello di Artemia salina
Riporto anche la tabella per il confronto delle proteine e della composizione di amminoacidi (quest'ultima espressa come percentuale sul peso totale degli amminoacidi) tra Microworms (nello specifico Panagrellus redivivus) e Artemia salina:



P. redivivus
Artemia
Proteine
48.3
61.6
Amminoacidi

ILE
5.1
3.8
LEU
7.7
8.9
MET
2.2
1.3
PHE
4.7
4.9
TYR
3.2
5.4
THR
4.7
2.5
TRY
1.5

VAL
6.4
4.7
LYS
7.9
8.9
ARG
6.6
7.3
HIS
2.9
1.9
ALA
8.8
6.0
ASP
11.0
11.2
GLU
12.8
12.9
GLY
6.4
5.0
PRO
5.4
6.9
SER
3.7
6.7

Sempre la FAO ci conferma la possibilità di migliorare il valore alimentare dei Microworms con la tecnica del bio-incapsulamento, ovvero quello di lasciar nutrire i Microworms di un integratore alimentare che migliorerà temporaneamente il contenuto alimentare dei Microworms. Il bio-incapsulamento viene definito diretto se l'integratore alimentare viene aggiunto direttamente alla coltura, o indiretto se l'integratore alimentare viene somministrato mettendo alcuni Microworms in una emulsione di tale integratore.


Nell'esempio riportato dalla FAO (ma penso questo possa essere valido anche in altri casi purchè vengano rispettate le stesse percentuali e gli stessi tempi di somministrazione) con un 30% di integratore ed un 70% di base di cereali in acqua il trattamento di circa 4 ore porta i nematodi ad assimilare circa 0,25 mg di integratore per individuo.


Bisogna aggiungere che la tecnica di bio-incapsulamento è utile anche per integrare i Microworms con dei farmaci per curare o vaccinare o composti per immunostimolare tramite alimentazione.


Il contenitore ideale per la coltura di Microworms


Il contenitore ideale per la coltura di Microworms è alto da 10 a 20 cm perchè i microworms non devono arrivare in cima e deve essere largo tra i 12 e i 20 cm per permettere una semplice gestione. Solitamente si utilizzano i contenitori per alimenti in plastica, il mio consiglio è di avere contenitori sufficientemente trasparenti per poterli controllare senza dover rimuovere il coperchio.


Bisogna utilizzare almeno due contenitori per alternare l'avvio delle colture nel tempo, nel caso sia necessario disporre di molti Microworms conviene utilizzare contenitori leggermente più stretti ed aumentare il numero di contenitori per ottenere una raccolta maggiore a parità di spazio totale occupato.

un classico contenitore per alimenti, ideale per una coltura di Microworms
un classico contenitore per alimenti, ideale per una coltura di Microworms

Areare la coltura è necessario affinchè questa non collassi troppo presto, da tempo mi ripropongo di modificare il coperchio dei miei contenitori ma ho sempre altro da fare, per questo mi limito ad appoggiare il coperchio sul contenitore senza chiuderlo. Questo sistema è efficace perchè basta pochissima aria per mantenere i Microworms ma ha come controindicazione il rischio che qualcuno, urtando il contenitore, faccia cadere tutto in terra.

Il sistema più sicuro per areare il contenitore per la coltura di Microworms mantenendo il contenitore chiuso è quello di forare il coperchio e di utilizzare qualcosa per far passare l'aria ma non la polvere, e soprattutto imperire l'ingresso a mosche e moscerini.

La prima idea che mi è venuta è quella di fare piccoli fori di circa 5 mm sul coperchio (circa 4-5 fori) e di tapparli con della lana di perlon incastrata e leggermente pressata.

Un sistema un poco più complesso potrebbe prevedere un unico foro di circa 1-2 cm coperto con un doppio strato di "tessuto non tessuto" che dovrà essere fissato sul coperchio con del silicone o con una pistola per colla a caldo.

Come preparare la coltura di Microworms 


Prima di tutto serve una base di cereali non trattati, colorati, o insaporiti. Insomma dobbiamo evitare qualsiasi possibile sostanza che potrebbe essere velenosa per i Microworms o per i batteri che costituiranno il loro nutrimento) deve essere bagnata e possibilmente. Personalmente preferisco i fiocchi d'avena naturali perchè sono economici e facili da dosare, qualcuno utilizza i cereali integrali Weetabix con successo, ma essendo un prodotto lavorato il costo probabilmente sarà più alto (anche di poco) e ho un poco di diffidenza personale.

Basta riempire il nostro contenitore con circa 1 cm di cereali e poi bagnarli gradualmente finchè non avranno assorbito l'acqua quasi totalmente. Io utilizzo acqua di osmosi, si può utilizzare anche acqua di rubinetto decantata per almeno 24-48 ore mentre eviterei acqua proveniente dall'acquario o altre fonti non sicure per evitare di contaminare la coltura (a meno che non decidiate di bollirla).

A questo punto si prende un quinto di lievito di birra e lo si sbriciola sulla superficie del composto, se i pezzi sono troppo grandi conviene mescolare bene con un cucchiaio (ben sciacquato per evitare residui di sapone). Ora è possibile inserire lo starter preso da una coltura già avviata, io lo inserisco il giorno dopo sia per controllare la densità del composto (se è troppo asciutto lo bagno un poco, se è troppo bagnato ci poggio sopra un poco di fiocchi d'avena) sia per permettere al lievito di birra di spandersi su tutta la superficie.

Il lievito di birra oltre ad essere un buon alimento per i Microworms dovrebbe inibire la formazione di funghi nematocidi, delle specie di funghi specializzati nella cattura di nematodi come i Microworms, che poi vengono uccisi per formare il nutrimento di cui questi funghi si nutrono. (fonte: www.fao.org)

coltura di Microworms preparata da una settimana
coltura di Microworms preparata da una settimana

Subito dopo aver inserito l'inuculo bisogna pulire i bordi interni del contenitore con un tovagliolo di carta umido, così quando raccoglieremo i Microworms eviteremo di raccogliere anche materia organica.

Se volete velocizzare un poco la prima fase potete mettere i cereali (o anche soltanto una parte di essi) in un bicchiere con dell'acqua nel microonde finchè il composto non è bollente, a questo punto mescolate con un cucchiaio e lasciate raffreddare. Questo passaggio rompe alcuni legami chimici delle sostanze organiche che compongono i cereali, causando una più rapida decomposizione. Lasciate raffreddare prima di mettere nel contenitore con il resto del composto.

La manutenzione di una coltura di Microworms 


Il contenitore per la coltura di Microworms va tenuto in casa a temperatura ambiente in un ambiente abbastanza luminoso (evitando la luce diretta del sole).

Qualcuno consiglia di mescolare la coltura ogni tanto per portare in superficie i cereali non consumati dai batteri ma non so quanto questo sia utile. Altri consigliano di integrare la coltura con cereali, acqua d'osmosi e lievito di birra (anche settimanalmente) per prolungarne la durata. Se questi sistemi siano realmente efficaci non sono in grado di dirlo ma sulla carta sono idee valide, per quel che mi riguarda ottenendo colture fiorenti che durano fino a 45 giorni trovo più semplice riavviarle da zero al loro termine.

Molto importante è valutare settimanalmente la densità della pappetta che utilizziamo, se è troppo liquida possiamo aggiungere dei fiocchi d'avena (o quello che preferite) sulla superficie, oppure potete lasciare una spugna nella coltura per 1 giorno per rimuovere parte dell'acqua. Se invece è troppo asciutta possiamo diluirla leggermente facendo attenzione a versare al massimo 10-15 ml di acqua al giorno per evitare di esagerare.

i Microworms salgono sui bordi del contenitore
i Microworms salgono sui bordi del contenitore

Il giusto rapporto tra acqua e fiocchi d'avena permetterà ai Microworms non solo di proliferare bene, ma anche di salire in modo efficace sui bordi del contenitore, quindi valutate sempre quanti Microworms ci sono sui bordi per capire se la coltura sta funzionando bene.

La raccolta dei Microworms 


Si può utilizzare uno stecco di legno pulito od un cotton fioc oppure un pennello, tutte le soluzioni sono buone purchè si utilizzi un accessorio pulito per evitare di contaminare la coltura. Io faccio con un dito perchè raccolgo soltanto i Microworms che si spostano molto in alto in zone pulite per poterli somministrare senza doverli sciacquare, molti accessori sarebbero poco efficaci dove i Microworms sono troppo diradati.

Se desiderate sciacquare i Microworms conviene deporli in acqua in un bicchiere sufficientemente profondo e con il fondo stretto e poi raccoglierli con una siringa senza ago prolungata con un tubicino per areatori. Quando i Microworms vengono rilasciati in acqua questi affondano più velocemente delle particelle di materia organica in decomposizione che rimarranno in parte in sospensione, in questo modo raccogliendo dal fondo si può ottenere una pulizia soddisfacente (anche se non completa).

Un altro sistema è quello di utilizzare un setaccio per naupli di artemie dove è possibile sciacquare i Microworms ripetutamente con un getto d'acqua delicato, questo sistema è sicuramente il più efficace ma decisamente complesso e spesso inutile a meno che non sia necessario per qualche motivo particolare (ad esempio se teniamo pesci appena nati in vaschette troppo piccole e vogliamo ridurre al massimo l'inquinamento). Eviterei di utilizzare acqua di rubinetto a meno che non la abbiamo fatta riposare per almeno 24h per evitare di uccidere i Microworms prima di somministrarli.

Quando riavviare la coltura di Microworms 


Il primo consiglio è quello di avviare due colture a distanza di 10-15 giorni l'una dall'altra in questo modo quando una coltura collasserà l'altra sarà perfettamente funzionante. Considerate che una coltura dovrebbe durare almeno 30 giorni.

un contenitore trasparente permette di controllare la coltura di Microworms
un contenitore trasparente permette di controllare la coltura di Microworms

Controllando il contenitore dall'esterno possiamo valutare se insorgono problematiche, in particolar modo qando il fondo diventa scuro vuol dire che i batteri sono arrivati ovunque e quindi il cibo per i Microworms potrebbe terminare entro pochi giorni.

Un atro caso in cui conviene riavviare una coltura è quando questa sta collassando senza un apparente motivo e non riusciamo a trovare una soluzione.

Curiosità sui Microworms


Tre scienziati israeliani hanno sperimentare per il Ministero dell'Agricoltura per scoprire i tassi di crescita ottimali di P. redivivus per l'uso in acquacoltura, e hanno scoperto che l'allevamento di Microworms a vari livelli di salinità può renderli più adatti per le larve dei pesci che richiedono livelli di salinità simili per una crescita ottimale. L'acqua salmastra è risultata essere la soluzione migliore per aumentare i livelli di salinità nei Microworms. Sul sito www.skepticalaquarist.com l'autore consiglia un pizzico di sale e un poco di aceto di sidro per contrastare le muffe e far durare di più la coltura. Non sono però molto convinto di questa procedura, questa quantità di sale farà bene ai pesci d'acqua dolce?


Bibliografia 


http://www.aces.edu/dept/fisheries/aquaculture/documents/CultureofMicroworms.pdf
 
http://www.fao.org/docrep/003/W3732E/w3732e0y.htm#6.2.%20Nematodes
 
http://debunix.net/fish/Microworms.html
 
http://www.skepticalaquarist.com/microworms

http://nematol.unh.edu/paper/StockNadler2006NEMA.pdf

http://www.fishchannel.com/freshwater-aquariums/fish-food/microworms.aspx

http://www.livefoodcultures.com/microworms_printversion.html

http://aqualandpetsplus.com/Live%20Food,%20Microworms.htm

http://www.honoluluaquariumsociety.org/food_for_fry.htm

http://www.waynesthisandthat.com/microworms.htm

30 novembre 2014

Allevamento della Moina, seconda esperienza (valutazione dei contenitori e dei predatori)

Invasione di Hydra in due colture di prova di Moina sp.


Pensando di ottenere un miglior controllo e migliorare l'alimentazione delle Moina ho posizionato due contenitori da 10 litri sul davanzale per sfruttare la luce solare, il risultato è che le pareti dei contenitori sono diventate verdastre a causa della patina algale. Questo sarebbe positivo se non per il fatto che è diventato quasi impossibile verificare la presenza di predatori come le Hydra nelle vaschette.

Il risultato è che le colture sono quasi totalmente collassate e le pareti sono piene di Hydra che si sono riprodotte velocemente, nonostante io abbia fatto attenzione ad utilizzare strumentazione pulita. Forse questi predatori vengono dall'acqua del pozzo? Non saprei perchè si tratta di un pozzo chiuso ed interrato.. non so se riescono a sopravvivere al buio. In ogni caso ho intenzione di far bollire l'acqua del pozzo quando farò ripartire le colture, e probabilmente pulirò i contenitori con acido muriatico diluito con 70% di acqua.

I contenitori da un litro si dimostrano maggiormente efficaci


Nel frattempo ho potuto valutare meglio i contenitori da un litro (quelli utilizzati per le mozzarelle) e devo dire che sono spettacolari! Restano molto più puliti e permettono di ottenere una maggiore concentrazione di Moina, inoltre si popolano velocemente ed è possibile nutrire da subito con un dosaggio standard senza doversi preoccupare troppo di sovradosare l'alimentazione.

Un contenitore da 1 litro di questo tipo può essere utilizzato dopo 10-15 giorni somministrando tutta la coltura ai pesci e ripartendo da zero con una ventina di esemplari di Moina come starter, ma si può anche procedere aspirando le Moina dal fondo (assieme ad eventuali detriti) e lasciando il 50% dell'acqua. In questo secondo caso non serve far ripartire la coltura che deve soltanto essere rarrivata con un pò di acqua nuova e può essere utilizzata ogni 5-7 giorni circa.

Il vantaggio dei contenitori da un litro è che possono essere controllati più facilmente, in caso di invasione di altre specie possono essere resettati (utilizzandoli subito e pulendo o sostituendo i contenitori).

Scelta del contenitore ideale per la coltura di Moina sp.


Probabilmente il contenitore ideale è quello che può contenere una quantità di Moina che può essere somministrata ai pesci in circa 1-2 giorni, se la quantità di Moina nel contenitore è eccessiva questo comporterà la necessità di mantenere le colture senza resettarle. Resettare le colture però è necessario per un miglior controllo ed una maggiore pulizia, quindi il contenitore deve essere obbligatoriamente proporzionato all'utilizzo che si deve fare della coltura.
In definitiva la scelta sulle dimensioni dei contenitori ricade sulla necessità di cibo vivo, faccio due esempi che possono far capire come potete organizzarvi:
  • Se dovessi alimentare 100 Trigonostigma Heteromorpha 2 volte a settimana con le moina dovrei utilizzare 2-3 contenitori da 10 litri più 3-6 contenitori da 1 litro (questi ultimi per preparare colture per il reset dei contenitori da 10 litri)
  • Se dovessi alimentare 10-20 Trigonostigma Espei 2-3 volte a settimana sarebbero più indicati 8-12 contenitori da un litro.


Prossimi esperimenti:


- ho lasciato una coltura da 10 litri invasa da Hydra, sto sostituendo le piccole planorbarius da 1 cm con fameliche Lymnea Stagnalis lunghe 6 cm per valurare l'effetto sulle alghe e sulle Hydre. Nel frattempo controllerò la popolazione di Moina per vedere se riesce a sopravvivere nonostante le Hydre.
- un secondo contenitore da 10 litri lo pulirò a fondo e farò ripartire una coltura con una maggiore pulizia generale (utilizzando trall'altro acqua bollita).


Aggiornamenti


Il contenitore con le Hydra è completamente collassato e ho deciso di lasciarlo come contenitore per l'allevamento delle Lymnea Stagnalis visto che ha ancora le pareti coperte di alghe di cui queste enormi chiocciole vanno pazze. Nel frattempo ho aumentato il numero di contenitori da 1 litro per le Moina da 2 a 8 e conto di portarli a 20 velocemente anche per averne sempre in avanzo per cederle ad altri acquariofili.
Per fortuna i contenitori da 1 litro non sono stati ccolonizzati da altri organismi quindi le colture sono ancora pure.

Il contenitore da 10 litri per ora resta inutilizzato in quanto non ne sento la necessità, magari lo tengo a disposizione per qualche coltura di Daphnia o altro.

11 novembre 2014

Parameci ed altri infusori



nota: non avendo ancora esperienze significative, questo articolo resterà per il momento una raccolta di informazioni prese dal web e di ipotesi personali, come al solito segnalerò tutte le fonti da cui prendo spunto o articoli interessanti per approfondire.

Prima di tutto vediamo alcune definizioni "molto semplificate" dei Parameci che ci aiuteranno a capire di cosa stiamo parlando e come possiamo allevarli.

I Parameci sono protozoi ciliati unicellulari altamente complessi che appartengono al regno dei Protisti (detti Protisti infusori).

I Parameci sono organismi eterotrofi, ovvero non sono in grado di nutrirsi utilizzando sostanze inorganiche, di conseguenza dovranno nutrirsi di altri organismi più piccoli. Nel nostro caso si nutriranno di batteri o alghe unicellulari di dimensioni minori di 12μm (millesimi di millimetro).
I Parameci sono organismi ciliati, ovvero sono muniti di ciglia che vengono utilizzate per il movimento e per nutrirsi (portando il cibo alla bocca cellulare)


Il termine infusori (ormai non più utilizzato e quindi improprio) indica una serie di organismi acquatici anche molto differenti tra loro che come ad esempio che vivono in acque dolci stagnanti. Il termine infusori deriva dalla caratteristica di queste acque che sono spesso un infuso di varie erbe. Ecco alcuni infusori che possono essere di nostro interesse (di cui rotiferi e parameci sono i più nutrienti):
  • Alghe (Volvox)
  • Amebe
  • Euglena
  • Paramecium
  • Rotiferi
  • Stentor
  • Vorticella

Poichè la maggiorparte di noi non si diletta con il microscopio quando cerchiamo di ottenere certe colture non sappiamo bene quali specie vivono in esse, per questo motivo spesso si cerca  di avere delle colture di "infusori" senza la pretesa di conoscere le specie allevate. Qualche volta avremo maggiori certezze sulla presenza di Parameci o di altri organismi come popolazione predominante nella nostra coltura.

Il termine infusori ci viene inoltre incontro perchè fornisce delle nozioni semplificate su quello che potrebbe essere un semplice alimento da fornire ai nostri organismi, ovvero un infuso vegetale.

Paramecium bursaria
Paramecium bursaria
foto di  Proyecto Agua https://flic.kr/p/6wa1vo

Contenitori da utilizzare e allestimento della coltura.

ATTENZIONE: In realtà tutte le colture hanno come scopo quello di fornire nutrimento ai batteri che poi verranno mangiati dai Parameci. Se questo nutrimento è eccessivo può causare il totale consumo di ossigeno e la morte dei Parameci.

I soliti contenitori da 1 litro delle mozzarelle sono una soluzione semplice ed economica a patto che siano quelli molto trasparenti. Altrimenti meglio cercare contenitori di vetro per avere il massimo di trasparenza e capire cosa avviene nella nostra coltura (una boccia in vetro da 1-1.5 litri va bene, cercheremo di avere dimensioni che non ci complicano la vita per la gestione). Alcuni allevatori preferiscono contenitori da 10 litri o più, probabilmente questo diventa necessario per grandi quantità, inoltre penso che sia possibile soltanto dopo aver fatto esperienza con contenitori più piccoli che possono essere facilmente osservati.

L'acqua come al solito deve essere priva di cloro, teoricamente va bene l'acqua che scartiamo dai cambi ma soltanto se le nostre colture sono ancora in fase di test in quanto avremo il vantaggio di inserire altri infusori nella coltura prendendoli direttamente ddall'acquario quando effettiamo il cambio. Se invece abbiamo delle colture un pò più selezionate (quindi alleviamo una specie precisa di infusori o parameci) potrebbe essere svantaggioso inserire altre specie che potrebbero entrare in concorrenza.

Un set di pipette pulite (o di siringhe) sarà necessario per prelevare infusori per nutrire i pesci o per avviare nuove colture, la pulizia (anche quella dei contenitori per le nuove colture) è necessaria per evitare altri organismi che potrebbero essere concorrenti alimentari o peggio predatori. La pulizia di materiale già utilizzato può essere eventualmente effettuata con acido muriatico al 30% (ovvero diluito con 70% di acqua).

La posizione deve essere illuminata ma mai al sole diretto, inoltre il contenitore deve prendere aria (si può utilizzare del tessutonontessuto per chiudere il contenitore lasciando filtrare l'aria)

Trovare uno starter di Parameci o Infusori


acqua stagnante in natura
acqua del nostro acquario (ideale sarebbe, se qualcuno utilizza negli acquari d'acqua dolce una sump a lento scorrimento, prelevare un pò di acqua vicino ad i cannolicchi)
starter di altri allevatori
vaso o sottovaso con acqua piovana stagnante e non eccessivamente limpida

Alcune note sulle colture


Quando il materiale vegetale comincia a decadere, batteri apparire inizialmente, poi i protozoi saranno rapidamente aumentare di numero in quanto si nutrono di batteri
Se la cultura infusori è vigorosamente aerato, l'odore sarà ridotto al minimo
Un mezzo efficace per concentrare la cultura prima della raccolta è quello di spegnere l'aeratore, quindi posizionare una piccola lampada posto accanto al contenitore di coltura e lasciare riposare la coltura. Entro 15 minuti gli infusori inizieranno a formare nubi scintillanti vicino alla luce o a formare uno strato biancastro appena sotto la superficie
Una quantità eccessiva di cibo porta al totale consumo dell'ossigeno.

Paramecium trichium
Paramecium trichium
foto di  Proyecto Agua https://flic.kr/p/78oT52

Alimentazione di Parameci o Infusori (ricette prese dal web)


Una temperatura costante di 28°C un pH leggermente superiore a 7 e del materiale vegetale in decomposizione per circa 4 giorni. Come starter è possibile prendere acqua del proprio acquario (purchè non vi siano stati inseriti medicinali recentemente), un ottimo sistema è quello di spremere la spugna del filtro per ottenerlo. Quando la coltura sarà matura dovrebbe essere leggermente opaca ma non eccessivamente, non tendente al lattiginoso e con un odore non troppo forte (che è classico della fermentazione batterica).
Un eccesso di sostanze nutrienti e una carenza di Ossigeno possono favorire la fermentazione batterica a scapito della proliferazione degli infusori. Come nutriente per i batteri necessari per alimentare gli infusori si può utilizzare della lattuga che deve essere fatta essiccare all'aria e triturata; ma ci sono tanti nutrienti che possono essere utilizzati compreso il lievito.
(fonte http://fish-etc.com/knowledge/infusoria-invisible-food-for-invisible-fish)

Buccia di mais. Conservare delle bucce di mais in frigorifero da inserire quando quelle utilizzate marciscono.
(fonte http://debunix.net/fish/JacksLiveFoodCultures.html)

Lattuga, pellet di erba medica, vegetazione bollita. Se l'acquariofilo si propone di mantenere la cultura per un periodo prolungato, ogni 3 - 4 giorni si deve aspirare il materiale organico "scaduto", che si deposita sul fondo e scartarlo, poi sostituirlo con nuova alimentazione.
(fonte http://fins.actwin.com/mirror/live-food.html#infusoria)

Infuso di fieno bollito. Eventualmente altri vegetali possono essere utilizzati, in particolare viene citato il cavolo navone che deve essere tagliato in cubetti da 1 cm di lato e fatto seccare vicino ad un termosifone o al sole (questi cubetti possono durare fino a 2 anni se mantenuti in luogo asciutto).
(fonte http://www.stelledegliiblei.it/colture2.html)

2-3 gocce di latte in 100-200 ml di acqua, lasciar riposare finchè non diventa trasparente e poi aggiungere altre 1-2 gocce di latte. Di tanto in tanto aggiungere qualche goccia di latte per rinnovare il nutrimento.
(fonte http://www.stelledegliiblei.it/colture4.html)

Una piccola manciata di lattuga tritata o fieno tritato e acqua prelevata da un vecchio acquario. La cultura dovrebbe diventare opaca in un giorno o un paio di giorni, a questo punto inoculare nuovamente un po d'acqua dell'acquario. Quando l'acqua diventa trasparente sarà possibile vedere gli infusori con l'utilizzo di una torcia.
(fonte http://www.livefoodcultures.com/microcultures.html#infusoria)

Far bollire 15-20 chicchi di grano crudo (lo trovate fra i sementi per animali o in alcuni negozi) finché il guscio si rompe e continuare a bollire per 15 minuti. Metterli con acqua e quando la temperatura è scesa alla temperatura ambiente aggiungere 1/4 di cucchiaino di lievito di birra in un litro d'acqua e conservare in luogo illuminato (senza luce diretta del sole) coprendo il contenitore senza impedire l'ingresso dell'aria. Inserire uno starter di Parameci ed attendere 2-3 settimane prima di utilizzarlo, dopo altre 2-3 settimane lo starter deve essere riavviato.
(fonte http://www.livefoodcultures.com/microcultures.html#paramecium)

Far bollire 10-12 chicchi di grano crudo (o di semi di mais freschi) e dopo che il guscio si è rotto continuare a bollire per 15 minuti. Aggiungere a circa mezzo litro d'acqua e conservare in luogo illuminato senza luce diretta del sole. Quando è a temperatura ambiente aggiungere lo starter di Parameci e attendere qualche settimana finchè la coltura è ben avviata. Ogni due settimane è possibile inserire un paio di chicchi di grano bolliti per mantenere la coltura (in ogni caso è bene riavviare un secondo starter in modo da alternarli).
(fonte http://www.livefoodcultures.com/paramecium.html)

Aggiungere acqua dell'acquario, escrementi di lumaca, materia vegetale morta e lasciare che poca luce solare (pochissimi raggi solari) raggiungano il contenitore tutti i giorni. In pochi giorni dovrebbe diventare opaco o verdastro. E' possibile aspirare pochi grammi dalla superficie facendo attenzione a non raccogliere parti solide o melmose.
(fonte http://www.petfish.net/infu.htm)

Basta prendere del muschio di java e mettero nell'acquario con i piccoli.
(fonte http://www.petfish.net/infu.htm)

A) Riscaldare un litro di acqua e immettere una manciata di fieno quando l'acqua inizia a bollire, far bollire per 15 minuti e lasciar riposare per 2-3 giorni. Aggiungere 25-50 ml di starter che aumenterà di numero nei successivi 10-15 giorni. Quando l'alimentazione degli infusori sarà terminata questi inizieranno a morire.
B) Far bollire 100 ml di acqua e poi far raffreddare, aggiungere all'acqua raffreddata 5 chicchi di grano e lasciar riposare in un piatto aperto per 1-2 giorni dopo di che inoculare la coltura.
C) Come B) ma utilizzare 5 chicchi di riso crudo.
D) Far bollire un uovo e mettere un pizzico di tuorlo (1-4 grammi) in un piccolo contenitore con dell'acqua per scioglierlo bene. Versare in un litro d'acqua (precedentemente bollito e poi raffreddato) e lasciar riposare per due giorni, poi inoculare lo starter.
E) Far bollire 250 ml di acqua per 10 minuti, lasciar raffreddare e aggiungere un pizzico di latte scremato in polvere. Mescolare bene ed inoculare immediatamente lo starter.
F) Far bollire 250 ml di acqua per 10 minuti, lasciar raffreddare e aggiungere 2 grammi di lievito di birra disidratato. Mescolare e lasciar riposare in contenitori aperti per qualche ora prima di inoculare lo starter. Una buona coltura dovrebbe svilupparsi entro una settimana.
(nota: le soluzioni A,D,E sonole migliori per la maggiorparte delle specie di Parameci)

(fonte http://www.microscope-microscope.org/applications/pond-critters/culturing-protozoa.htm)

Consiglio di inserire sempre 1-2 chiocciole nelle colture di Parameci. Per alimentare le colture già avviate basta aggiungere 5-15 fiocchi d'avena o qualche grano di lievito secco (a seconda delle dimensioni del contenitore). Conviene lasciare la coltura al chiuso con un tappo appoggiato sopra per lasciar penetrare un poco di aria ed impedire alla polvere o altri batteri di entrare.
(fonte http://www.worm-cultures.com/paramecium.htm)


Bibliografia

INFUSORIA – Invisible Food for Invisible Fish

10 novembre 2014

Raccolta delle larve di Chironomus in natura

I Chironomidae sono una famiglia di insetti dell'ordine dei Ditteri spesso confusi con le zanzare. Ne esistono tantissime specie (400 solo in Italia) che riescono a vivere in forma larvale in condizioni inpensabili (acqua salmastra, acqua carente di Ossigeno, temperature estreme). Spesso capita di vedere i loro bozzoli verdi o marroni scuri posti sul fondo di fontane, laghetti, o anche secchi e sottovasi.

bozzoli di Chironomus
bozzoli di Chironomus
foto di aqualandpetsplus.com

Per convincerli a deporre le uova in luoghi dove possiamo raccoglierli basta lasciare dei secchi scuri nel proprio giardino o sul balcone evitando che vi finiscano le foglie dentro. L'acqua deve invecchiare un pò e bisogna avere tanta pazienza, i segni della presenza delle larve di Chironomus come già detto sono dei bozzoli fatti di detrito sul fondo del contenitore. Per raccoglierli basta una siringa con un tubicino per areatore con il quale aspirare leggermente il bozzolo.

Chironomus appena raccolti
Chironomus appena raccolti

alcuni Chironomusraccolti cercano di ricostruirsi il bozzolo
alcuni Chironomusraccolti cercano di ricostruirsi il bozzolo

Una volta raccolti bisogna procedere alla pulizia per eliminare la gran parte del detrito che forma i loro bozzoli. In commercio ci sono dei passini molto efficaci, in mancanza di questi si può utilizzare una di quelle retine che si utilizzano per i confetti delle bomboniere. Per sciacquarli consiglio di utilizzare acqua dei cambi o altra, evitando l'acqua di rubinetto che potrebbe ucciderli, questo è molto importante perchè se li immattiamo in acquario vivi questi non inquineranno e rimarranno vivi finchè non saranno predati.

pulizia dei Chironomus
pulizia dei Chironomus

Ho provato ad effettuare la pulizia del detrito anche utilizzando una siringa con un tubicino per areatore, aspirando l'acqua e spruzzandola sui bozzoli per disfarli, aspirando successivamente le larve che cominciano a nuotare contorcendosi. Quando questo sistema non ha funzionato ho anche provato a posizionare un bozzolo sulla mano e sciacquarlo ripetutamente con la siringa, devo dire che sono molto resistenti  e bisogna fare attenzione a non uccidere la larva.

pulizia manuale dei Chironomus
pulizia manuale dei Chironomus

Chironomus puliti e pronti per essere inseriti in vasca
Chironomus puliti e pronti per essere inseriti in vasca


7 novembre 2014

Allevamento della Moina, prima esperienza

Finalmente dopo una lunga attesa sono giunto in possesso di 10000 uova di Moina, ho fatto schiudere le prime 5000 in una ciotola con 5 cm di acqua (ph 7.5 GH 12 KH 8 circa a temperatura 22°C). Il giorno ho utilizzato la luce del sole lasciando la ciotola sul davanzale della finestra, la notte ho utilizzato una piccola lampada da scrivania da 20W per non far scendere sotto i 20-22°C. Dopo 3 giorni le uova si sono schiuse, ho atteso 8 ore e ho cominciato a separare parte delle Moina che si accumulavano in un angolo dove potevo raccoglierle senza prendere le uova.

nota: io utilizzo l'acqua del pozzo tagliata con acqua d'osmosi, potete tranquillamente utilizzare l'acqua del rubinetto (anche senza tagliare con acqua 'osmosi) a patto di farla riposare 7 giorni in un secchio aperto, è importante non rischiare con meno giorni perchè la moina è molto sensibile al cloro o altri disinfettanti presenti in acqua.
Inoltre non utilizzo acqua dell'acquario, non voglio rischiare di raccogliere organismi che potrebbero nutrirsi di moina.

Ho messo le Moina in tre contenitori, due grandi da 10 litri e uno piccolo da 1 litro che avevo preparato da una settimana con acqua ph 7.5 GH 12 KH 8 ed ho cominciato ad alimentarle con 1/4 dell'alimentazione prevista.
Ho inserito delle Planorbarius nei contenitori da 10 litri, oltre a tenere pulito quando defecano rilasciano dei batteri che hanno nello stomaco e che le aiutano nella digestione, questi batteri sono un ottimo alimento per le moina. Come nutriente per le Moina e le Planorbarius ho lasciato qualche stelo di fieno nelle vasche da 10 litri.

Ho deciso di seguire le informazioni raccolte dal mio esperimento:  Valutazione di nutrienti per la coltura di organismi collettori aspiratori o filtratori e di utilizzare come alimento un mix di lievito di birra ed estratto di fieno per conigli.

Coltura di Moina da 1 litro
contenitore per mozzarelle da 1 litro
utilizzato per le Moina come coltura di emergenza

Dosaggio previsto per alimentare la Moina


1/4 di lievito di birra (circa 6 grammi) in una bottiglia da un litro con 500 ml di acqua d'osmosi e 500 ml di acqua del pozzo (il risultato è ph 7.5 GH 12 KH 8 in quanto ho utilizzato lo stesso rapporto per l'acqua delle colture). Il lievito si mantiene per 6-7 giorni in frigorifero facendo attenzione fin dalla preparazione a mantenerlo a basse temperature. Per evitare di far prendere caldo al lievito ho anche fatto raffreddare in frigorifero l'acqua nella bottiglia prima di metterci il lievito, la ho agitata e la ho rimessa in frigorifero. In qualsiasi momento evito di far prendere caldo al lievito utilizzato, soltanto quando prendo la quantità giornaliera lascio che questa riposi all'aria aperta.

Il dosaggio giornaliero previsto con molte Moina nei contenitori dovrebbe essere 35 ml per i contenitodi da 10 litri e 3.5 ml per quello da 1 litro.

Una manciata di fieno per conigli bollito al microonde ogni giorno in un bicchiere con acqua d'osmosi che distribuisco nei tre contenitori. Ne ho anche preparato un litro che tengo in una bottiglia chiusa, lo utilizzerò nei giorni in cui avrò poco tempo per la preparazione.

Fiocchi d'avena tritati al frullatore, ho creato una polverina che dovrei sciogliere in acqua e poi dosare ma essendo le colture non sufficientemente popolate ho paura che possa inquinare troppo, aspetterò e poi proverò soltanto su una delle tre colture.


Fieno bollito come alimentazione per Moina sp.
Fieno bollito come alimentazione per Moina sp.



Dosaggio al secondo giorno

Sto dosando circa al 50% o anche meno, valutando diversi fattori di crescita delle Moina e i tempi necessari per far tornare l'acqua trasparente dopo ogni volta che le alimento.

Contenitore A da 10 litri (è ben popolato)
15 ml acqua con lievito
quasi 50% di un bicchiere di infuso di fieno

Contenitore B da 10 litri (è poco popolato, aveva una patina oleosa sulla superficie e ho deciso di metterci pochi esemplari per non rischiare un collasso della coltura)
5 ml acqua con lievito
quasi 50% di un bicchiere di infuso di fieno

Contenitore C da 1 litro (ci sono una trentina di esemplari)
4 gocce tre volte al giorno di acqua con lievito
10 ml di infuso di fieno (5 ml due volte al giorno)

contenitore da 10 litri per coltura di Moina
contenitore da 10 litri per coltura di Moina

 Dosaggio al quarto giorno

Contenitore A da 10 litri (è ben popolato e ci sono molti nuovi nati di piccole dimensioni)
20 ml acqua con lievito
quasi 50% di un bicchiere di infuso di fieno

Contenitore B da 10 litri (era quasi spopolato, ho aggiunto una ventina di esemplari)
10 ml acqua con lievito
quasi 50% di un bicchiere di infuso di fieno

Contenitore C da 1 litro (ci sono una trentina di esemplari più i nuovi nati di piccole dimensioni)
10 gocce due volte al giorno di acqua con lievito
10 ml di infuso di fieno (5 ml due volte al giorno)

Dosaggio al sesto giorno

Contenitore A da 10 litri (è ben popolato e ci sono molti nuovi nati di piccole dimensioni)
20-35 ml acqua con lievito (ho notato l'acqua torbida, domani diminuisco il dosaggio)
quasi 50% di un bicchiere di infuso di fieno

Contenitore B da 10 litri (sempre poco popolato ma ci sono nuovi nati)
10 ml acqua con lievito
quasi 50% di un bicchiere di infuso di fieno

Contenitore C da 1 litro (ci sono una trentina di esemplari più i nuovi nati di piccole dimensioni)
10 gocce due volte al giorno di acqua con lievito
10 ml di infuso di fieno (5 ml due volte al giorno)

Dosaggio al'ottavo giorno

Ho notato troppo inquinamento quindi al settimo giorno ho fatto una pausa e ho soministrato soltanto l'infuso di fieno ma con dosaggio ridotto al 50%
All'ottavo giorno ho ripetuto il dosaggio del sesto giorno, ormai penso di aver trovato il giusto equilibrio. Bisogna soltanto far caso a non rendere l'acqua troppo opaca ed eventualmente fare una pausa (o in casi gravi anche diluire con acqua pulita).

Altre forme di alimentazione verranno sperimentate e riportate in successivi articoli.